Il tessuto principe dell'abbigliamento tirolese che ora viene ripetutamente utilizzato anche dai grandi stilisti.
La lana cotta fa parte dei primi tessuti che l'uomo ha utilizzato ed era molto diffusa nei paesi del centro-nord dell'europa.
Il procedimento per ottenere questo materiale era molto faticoso e consisteva nel lavorare della lana vergine sfregandola energicamente con le mani in acqua calda e sapone fino all'ottenimento di un panno unico e compatto.
Questo procedimento è stato semplificato notevolmente dall'introduzione di macchinari specifici che permettono di ottenere un tessuto più fitto e resistente del tessuto iniziale ma che mantiene le stesse caratteristiche della lana di tosa.
Il filato di pura lana vergine viene lavorato con delle speciali macchine per maglieria fino ad ottenere un tessuto dalla particolare lavorazione chiamata Links-Links.
Mediante il calore, l'acqua e l'azione meccanica il tessuto viene successivamente ristretto di un terzo rispetto alla sua misura originaria: il sottile strato squamoso della lana si apre, le fibre si arruffano tra di loro e la maglia infeltrisce.
L'azione meccanica, che è una delle parti fondamentali del processo di lavorazione della lana cotta, viene oggi svolta dalle follatrici ("lavatrici" di grandi dimensioni) e può durare da 30 minuti a 12 ore.
Dopo la follatura il prodotto viene asciugato in piano per permettere al tessuto il naturale assestamento delle fibre.
La lana cotta non solo mantiene inalterate tutte le proprietà della lana, ma riesce ad esaltarle efficacemente:
- L'elevata capacità di trattenere il calore viene decisamente accresciuta.
- La capacità di assorbire l'umidità risulta notevolmente aumentata.
- L'elasticità della fibra viene mantenuta intatta.
- L'acqua e lo sporco hanno più difficoltà ad attaccarsi alla fibra.
- La traspirazione viene migliorata.